La carta topografica in scala 1:3.808 si compone di 35 tavole da impressione, in questo caso assemblate insieme ed applicate su tela, seppur poco decifrabili nella loro interezza. La carta rappresenta un importante strumento di studio e di pianificazione urbanistica che offre una panoramica non solo delle antiche Ville Vesuviane del Miglio d'Oro, ma di tutto il territorio da Capodimonte a Bagnoli, da Nisida a Portici durante il Regni di Carlo di Borbone e di suo figlio Ferdinando IV. Sono anche rappresentate una "Veduta scenografica a ponente della citta di Napoli in campagna felice" ed una "Spiegazione storiografa dell'antico e del moderno della citta di Napoli" . La carta è, inoltre, corredata da una legenda con 580 notizie storico-artistiche.
Il cantiere per la realizzazione di questa mappa ebbe una gestazione molto lunga. Ne fu ordinata la produzione nell'Aprile del 1750 dalla commissione del Tribunale degli Eletti o di San Lorenzo. Il progetto fu affidato al maggiore promotore dell'iniziativa, Giovanni Carafa duca di Noja, studioso e docente all'Università di Napoli, il quale a sua volta si avvalse della cooperazione del famoso agrimensore Vanti. I lavori si prolungarono negli anni successivi nonostante, nei piani iniziali, ne fosse stata prevista la conclusione a due anni dal finanziamento, e saranno conclusi finalmente nel 1775 dal successore del Noja, Giovanni Pignatelli, grazie al quale l'opera verrà immessa sul mercato per pochi ducati, nonostante ebbe una diffusione limitata ai dintorni del territorio.